Voto: 8
Descrizione: Elementare, Einstein?
Mmmmmh… Non ho mai associato, in verità, l’aggettivo elementare a qualcosa che avesse anche un vago sentore della fisica. Non erano le scienze ad affascinarmi sui banchi di scuola.
Come credo a molti succeda, passa qualche anno e a volte affiora una sorta di nostalgia per le occasioni perdute. Così mi ritrovo oggi a gironzolare per le librerie o a navigare nella rete e assaggio qua e là nel mondo della scienza. Vorrei recuperare, vorrei provare a rincorrere fuori tempo – o forse no – quelle idee di cui ora avverto il fascino.
Devo partire da qualcosa di facile. Da un libro per ragazzi? O da un saggio per principianti? Mi imbatto in un titolo che mi incuriosisce. Anche la copertina non mi dispiace. Lo sfoglio. E’ illustrato, snello. E poi è un giallo, per ragazzi e non solo, mi dice il libraio. Lo prendo.
E’ ambientato in una scuola, protagonisti sono un gruppo di ragazzi tredicenni guidati dal loro professore. In un ordinario giorno di scuola prende il via la loro avventura quando sulla cattedra trovano un gigantesco cucchiaio, l’immagine di un bradipo, di una chiave e di uno specchio. E’ il primo di una serie di intriganti enigmi che i ragazzi cercheranno di risolvere collaborando fra loro, con qualche lezione del loro insegnante.
Ogni sfida li porterà gradualmente a conoscere la teoria della relatività a partire dagli esperimenti di Galileo Galilei per attraversare e “capire” il paradosso del saltatore con l’asta e quello dei gemelli. E in conclusione lui, Alfred Einstein.Le due storie si dipanano insieme: il percorso della teoria della relatività nel tempo, la caccia al misterioso autore dei messaggi. Risultato? Mi sono avvicinata alla fisica, ho acceso ancora un po’ il mio desiderio di capire, mi sono ricordata di me alunna e di qualche compagno che vedevo nei protagonisti.
Soddisfatta.